Le Vie di Francesco
La Valmarecchia è sempre stata una terra di transito, e anche San Francesco l’ha percorsa più volte.
Nel maggio del 1213, in uno dei suoi viaggi, Francesco in compagnia di Frate Leone giunge al castello di Montefeltro (antico nome di San Leo), e predica in piazza davanti al popolo e ai nobili.
Tra questi si trova Orlando Catani, conte di Chiusi nel Casentino, che colpito dalle parole di Francesco chiede di poterlo incontrare e al termine del colloquio gli dona il Monte della Verna.
Sulle tracce dei cammini percorsi da San Francesco e dei luoghi importanti della sua storia, si sono sviluppati itinerari volti a farli conoscere a pellegrini ed escursionisti: il Cammino di San Francesco da Rimini alla Verna passa da Badia Tedalda con il percorso che porta da San Leo al Passo di Viamaggio e Le Vie di Francesco in Toscana, con il percorso dall’Eremo di Cerbaiolo al Sasso di Simone, prevede il passaggio per Badia Tedalda e Sestino. Ad agosto 2023 è stato inaugurato il Ponte Tibetano sulle Vie di Francesco in Toscana, in località Fresciano di Sotto.
A Badia Tedalda si può percorrere soltanto un segmento di questi cammini, in quanto rappresenta una delle molte tappe in cui si sviluppano. Ad ogni modo, per ricordare il passaggio di San Francesco nel nostro territorio, è stato realizzato un percorso ad anello a livello locale, che ripercorre un’antica strada frequentata, tra gli altri, anche dal Santo stesso e poi da tutti i pellegrini che dall’Adriatico si recavano al Santuario della Verna o Assisi.
(Vi consigliamo sempre di visitare il nostro sito o di contattarci per avere informazioni ulteriori ed aggiornate sui sentieri e sul loro stato di percorrenza.)
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Ass. Pro Loco di Badia Tedalda
Via Alpe Della Luna, 4
452032 – Badia Tedalda (AR)
La strada della Luna
La Strada della Luna collega Badia Tedalda con Borgo Pace, ovvero le comunità Toscane e Marchigiane di questo tratto dell’Appennino, attraversando piccoli agglomerati rurali e antichi borghi, dove la natura è incontaminata e l’uomo non ne ha mai stravolto l’aspetto.
Una strada percorsa nei secoli da viandanti, commercianti, pellegrini, ma anche da personaggi illustri della nostra storia come San Francesco, Dante e Piero della Francesca.
Acquaviva, Castellacciola, Ca’ Metrogno, Montelabreve e Gorgoscura sono alcuni dei piccoli borghi rurali dove si può ancora scorgere la presenza umana e dove, fra curve e salite, ci si può fermare ad ammirare scorci bellissimi.
Dalla Strada della Luna partono itinerari trekking e mountain-bike come il Sentiero dei Contrabbandieri e i Sentieri della Linea Gotica, che raccontano le vicende della Seconda Guerra Mondiale che qui si è combattuta; altri percorsi portano alle cascate del Presalino o a quelle della valle di Gorgoscura.
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La transumanza e la Via dei Biozzi
La transumanza ha rappresentato per secoli un fenomeno di grande importanza per l’economia del territorio, legata da sempre all’allevamento, allo sfruttamento dei boschi e ad un’agricoltura di sussistenza. Si tratta di una forma di allevamento di bestiame che prevedeva un doppio viaggio annuale di pastori e greggi dall’Appennino alla Maremma e viceversa, a secondo della stagione.
Il fenomeno della transumanza ha modellato profondamente tanti aspetti materiali (dagli attrezzi di lavoro ai capi di vestiario, dalle ricette culinarie ai rimedi contro le malattie), quanto linguaggi, mentalità e tradizioni.
La Via dei Biozzi è una direttrice della transumanza, la più orientale della Toscana, che scende dall’Appennino tosco-romagnolo fino in Maremma. Prende il nome dalla famiglia Biozzi, i più grandi possidenti terrieri e allevatori dell’Alta Val Marecchia: originari di Bagno di Romagna, avevano terre, mandrie e greggi in tutta la zona, ma soprattutto nell’area di Badia Tedalda dove, a Viamaggio, si trovava la loro tenuta più grande. Proprio dalla fattoria di Viamaggio a settembre partivano migliaia di pecore, ma anche bovini e cavalli, per iniziare un viaggio che in dieci giorni li avrebbe portati in Maremma.
L’itinerario che ricalca quell’antico percorso, lungo 230 km, passa per le province di Arezzo, Siena e Grosseto.
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Ass. Pro Loco di Badia Tedalda
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L’Area Naturale Protetta Nuclei di Taxus Baccata di Pratieghi
L’Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) Nuclei di Taxus Baccata di Pratieghi è un ambiente naturale prevalentemente boscato, che presenta la rara tipologia forestale denominata Tilio-Acerion, qui caratterizzata da una inusuale abbondanza di tasso (localmente definito Nasso o Albero della Morte).
Nell’ANPIL di Pratieghi è possibile trovare gruppi di esemplari di tasso, con piante che superano anche i sei metri di altezza e altre che raggiungono i dieci metri.
Il tasso è una conifera oramai diventata rara in Europa sia a causa del largo uso che ne veniva fatto in passato (il suo legno infatti è assai elastico e resistente, e per questo molto ricercato per la fabbricazione di archi e altri utensili) sia a causa dei cambiamenti climatici.
Il bosco è abitato da uccelli come il picchio e da rapaci come la poiana e lo sparviero. All’imbrunire è facile incontrare il capriolo che lascia il suo sicuro rifugio del bosco alla ricerca di erbe e germogli.
Da Pratieghi parte un sentiero naturalistico ad anello che permette di attraversare il territorio dell’area protetta e di raggiungere anche le sorgenti del fiume Marecchia. Quest’ultima si trova alle pendici del Monte Zucca, a 930 m di altitudine nel mezzo di una folta faggeta. Prima di sfociare nell’Adriatico vicino Rimini il fiume Marecchia percorre circa 70 km di territorio dando il nome alla sua valle e delimitando il confine geografico tra l’Italia settentrionale e centrale.
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Campi estivi residenziali di educazione ambientale e sport
L’obiettivo principale dei Centri Estivi Residenziali è quello di trasformare il periodo estivo in tempo propizio nel quale offrire opportunità di sostegno ai bambini nel loro percorso di crescita offrendo al bambino la possibilità di incontrarsi con altri bambini con i quali condividere e sperimentare la dimensione del gioco, della creatività e dell’esplorazione.
I bambini al centro
La metodologia di intervento che caratterizza tutti i servizi socio educativirivolti all’infanzia organizzati e gestiti dalla Cooperativa “La Rondine” per ilperiodo estivo vede i minori protagonisti attivi dell’esperienza e non semplicifruitori della stessa.
Perciò nella strutturazione delle attività si tengono sempre in considerazione i bisogni dei bambini in relazione alla loro età e al loro sviluppo emotivo e relazionale. Il Progetto pedagogico, ampiamente sperimentato nel corso degli anni, viene annualmente rivisto, aggiornato e migliorato dall’équipe di lavoro(responsabile ed educatori) e terrà conto della realtà sociale in cui andrà ad operare.
Tutti i momenti della giornata sono importanti nella vita del centro-estivo, perché il loro concatenarsi ritma il tempo del bambino e contiene le eventuali ansie che il nuovo ambiente può creare, grazie alla capacità di previsione che la ripetizione consente.
Momenti di conversazione di piccolo gruppo, in cui i bambini possono dare voce al proprio vissuto, saranno occasioni preziose per gli educatori per cogliere le esigenze infantili e costruire insieme risposte adeguate sul piano relazionale e ludico, riformulando le attività e gli spazi sulla base dell’indice di gradimento espresso. Crediamo infatti che il benessere dei bambini risulti legato soprattutto al clima relazionale complessivo che il centro-estivo propone, che può rendere piacevole e stimolante la partecipazione alle attività ludiche, o invece svuotarle di ogni significato.
Il gioco sarà al centro di ogni momento della giornata dando ai bambini la possibilità di sviluppare le proprie attitudini sia attraverso il gioco libero che strutturato sempre attraverso la presenza degli educatori.
Le azioni che saranno sviluppate attraverso il Centro Estivo Residenziale saranno concentrare a sviluppare le seguenti caratteristiche:
- il gioco
- i laboratori
- le attività psicomotorie
- le uscite sul territorio
- il gruppo di lavoro.
La psicomotricità per bambini favorisce lo sviluppo del piccolo in un contesto che privilegia il piacere del gioco, dell’azione, del movimento e della relazione. L’intervento psicomotorio può essere quindi concepito come un “facilitatore” che supporta lo sviluppo del bambino, accompagnandolo nella costruzione della propria identità. Dedicheremo un’intera giornata a questa attività in collaborazione con ASD Volley Revolution.
Saranno previste uscite sul territorio nei Comuni di Badia Tedalda e Pieve Santo Stefano volte a scoprire il territorio e la natura che circonda la struttura Piscina Nera, in collaborazione con la Pro Loco di Badia Tedalda.
Il gruppo di lavoro che realizza il progetto educativo vede l’integrazione di differenti competenze e responsabilità, finalizzate al raggiungimento degli obiettivi precedentemente esposti.
Poter contare su un gruppo di educatori che integrano la comune competenza ed esperienza educativa con competenze specifiche e differenziate, è un punto di forza del progetto educativo, in quanto consente di offrire ai bambini esperienze diverse altamente qualificate, unite alla continuità educativa che può essere garantita soltanto da un gruppo di educatori stabile, organizzato secondo un modello che tende ad individualizzare la relazione (piccoli gruppi di bambini seguiti dagli stessi “educatori di riferimento”).
Una tradizione ancora viva
La storia ci ha consegnato un prodotto inconfondibile, scrigno della storia , cultura e tradizione locale , di cui a Pieve Santo Stefano siamo fieri .
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Abbiamo il piacere di collaborare con
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Cooperativa La Rondine
Via Achille Grandi, 10/i
Città di Castello
Tel. 075 852 0735
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Il Paese sul Paradiso: Montebotolino tra arte e racconto
“Ci si affaccia appoggiati ad un’esile palizzata di legno su un vuoto abissale, ed è subito ebbrezza. Non sappiamo più se il cielo è sopra o sotto di noi. Noi siamo il cielo e lo sguardo vola libero per l’ampia valle del Marecchia”. Montebotolino, minuscola frazione di Badia Tedalda, può regalare certe emozioni. Alto su un dirupo (localmente detto Il Paradiso), si erge questo antichissimo borgo, un tempo fortilizio dei Catani, nobili di origini longobarde trasferitisi a Firenze.
Situato su di un rilievo rotondeggiante, la conformazione del nucleo abitativo di Montebotolino, così serrato attorno alla chiesa, denota una chiara origine medievale.
Documentato come castrum nel 1232 e come palazzo con torre nel 1290 quando viene venduto all’abate della Badia Tedalda. Attualmente non rimangono tracce evidenti di questi antichi edifici. Nella chiesa, è presente un’ancona d’altare con una terracotta policroma invetriata, raffigurante “L’incredulità di San Tommaso”, attribuita a Santi Buglioni (1530 ca.), restaurata recentemente dalla Sovrintendenza alle Belle Arti di Arezzo.
Di generazione in generazione, la memoria popolare ha tramandato i suoi “favolelli”, racconti ironici dove i suoi abitanti si prendono bonariamente e scherzosamente in giro (da leggere “Il Paese sul Paradiso”, ed. Pro Loco Badia Tedalda). Nel 1998 Montebotolino è stato al centro di un convegno a Badia Tedalda, cui hanno partecipato autorità e rappresentanze del popolo di località toscane depositarie di un’identica tradizione.
L’Università di Padova ha in seguito avviato un progetto di ricerca su questa caratteristica cultura orale nei vari paesi europei, il cosiddetto Programma Arianna, finanziato dall’Unione Europea. Il progetto ha evidenziato le similitudini presenti nel patrimonio orale collettivo dei popoli dalle rive del Mediterraneo a quelle del Baltico, nello specifico ricercando quei testi simili a quelli di Montebotolino sul tema dei “semplici” e dei loro comportamenti. Sono stati reperiti finora racconti in Francia, Danimarca e Finlandia (da leggere “Tutto il mondo è paese”).
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Il “Tortello della Pieve”
Nel cuore della Repubblica delle Foreste, il progetto si propone di trasformare il “Tortello di Pieve Santo Stefano” da semplice piatto tradizionale a simbolo culinario distintivo. La registrazione del marchio DOP non solo proteggerà la ricetta unica ma aprirà nuove prospettive per la comunità locale.
Il Tortello della Pieve è una specialità tipica dell’Appennino Tosco Romagnolo
Il tortello alla lastra è una specialità tipica dell’Appennino Tosco Romagnolo testimone della cultura contadina di questa area, spesso costretta dalle necessità “logistiche” ma soprattutto da una cultura attenta allo spreco alimentare conseguente dalla necessità di far tornare i conti nell’economia familiare, nuclei spesso composti da 8-10 persone e più.
La tecnica di cuocere la pasta sopra la pietra scaldata sul fuoco mette in evidenzia la condizione nomade di chi la usava: trovare una lastra di pietra in loco è sicuramente più comodo che portarsi appresso dei recipienti per la cottura in acqua. Da qui il legame con il tema della transumanza, ovvero la migrazione stagionale delle greggi che in questa area si sviluppava da Sestino, Badia Tedalda e le campagne pievane verso la Maremma toscana.
Questo trasferimento avveniva all’inizio della stagione calda, per andare in cerca di zone fresche dove poter trovare dei pascoli verdi per il bestiame. All’inizio della stagione fredda, si transumava nuovamente verso la pianura più calda. Tutto ciò avveniva tramite dei sentieri detti tratturi. Il viaggio durava giorni e si effettuavano soste in luoghi prestabiliti, noti come “stazioni di posta”o più brevemente “poste” .
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Come verrà sviluppato il progetto
La Pro Loco di Pieve Santo Stefano si occupa tradizionalmente della produzione dei mitici tortelli in occasione delle feste locali. Il progetto ha dotato la Pro Loco di una cucina professionale e di risorse per produrre il “Tortello della Pieve” durante tutto l’anno per una distribuzione in punti vendita nel Comune e oltre per offrire questa specialità tutto l’anno e farne un’occasione di impresa e di lavoro.
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Ass. Proloco Pieve Santo Stefano A.p.s.
Via Roma ,5
52036 Pieve Santo Stefano (AR)
tel: +39 331 2111628 (Alessio Cipriani, Presidente)
mail: ass.prolocopieve@gmail.com
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